E’ già un po’ che volevo metter lì due righe di plauso per un libro scoperto per caso qualche tempo fa e che ho finito di leggere stamattina tornando in treno da Sanremo.

Scoperto per caso come molti libri che trovo sbirciando oziosamente in libreria senza una meta precisa, come quando si va per funghi così, solo perché due notti prima è piovuto e magari allora, chissà… e poi c’è, il boletus edulis, lì che ti aspetta nascosto fra le foglie di castagno e gli arbusti.
Per i libri spesso è così, un’occhiata casuale, un titolo o una copertina che mi attira l’attenzione, una letta al risvolto o alla quarta di copertina, e se il libro mi chiama non ho scelta, lo acquisto, lo porto a casa e poi, magari non subito, lo leggo. Spesso quelli che arrivano così, veramente per caso, perché mi hanno chiamato senza che io li cercassi, poi mi danno grandi soddisfazioni. Per questo è stato così.

“Vai a te stesso” di Moni Ovadia, Einaudi, Torino, 2002.

Siccome non sono un critico letterario e lo scopo di questo messaggio è solo quello, un po’ spudorato, di fare pubblicità a ‘sto libro, riporterò pigramente il commento di quarta di copertina, aggiungendo solo qualche frase colta a mio piacere qua e là nel testo, quelle frasi per ritrovar le quali – come dicevo al prof. Giorgio Cavallini oggi pomeriggio durante il piacevole incontro a casa sua – disdicevolmente “faccio le orecchie ai libri”, invece di prendere nota delle loro pagine a matita, o inserirvi segnalibri.

4° di cop: “Nel frastuono della città… dei messaggi e dei troppi consumi, è possibile oggi mettersi di nuovo all’ascolto della voce interiore che parlò ad Abrahamo e gli disse di distruggere gli idoli e di “andare a se stesso”, di lasciare ogni cosa e “andare nel deserto”?… Moni Ovadia risponde che si, è possibile…è necessario… E propone, con la grazia sorridente del cantastorie e del saltimbanco…una via stretta ma alla portata di ciascuno per conquistare la condizione di libertà permanente, di “santificazione” della vita quotidiana che rappresenta l’eredità forse più sconvolgente e vitale che la tradizione dell’ebraismo possa regalare a tutti gli uomini. Quello che ancora oggi non si perdona agli ebrei: il MONOTEISMO, ovvero la scoperta di poter essere TUTTI UGUALI (E LIBERI) di fronte a un unico Dio. Liberi persino di metterne ai voti l’esistenza, come racconta Ovadia in una incantevole storiella rabbinica…
… Si dipana davanti agli occhi del lettore…un orizzonte di portata enorme. Dove emozioni concetti e sentimenti si fondono…a combattere la guerra del pensiero vivo CONTRO OGNI FORMA di schematismo, settarismo, pregiudizio, fondamentalismo: CONTRO OGNI ASSERVIMENTO IDOLATRICO AL POTERE, fonte continua e profonda della guerra reale.”

Avevo detto che avrei aggiunto qualche frase scelta qua e là nel testo ma no, ora mi pare che astraendole dal loro contesto diverrebbe più difficile coglierne pienamente il senso. Quindi niente. Quasi niente, solo una, forse la più facilmente estrapolabile. Per il resto, bastino le parole che del commento precedente ho arbitrariamente scritto in maiuscolo per evidenziarle.

“Ma l’altro è il vero, ripugnante peccato di cui Sodoma e Gomorra si sono macchiate. Lot, nipote di Abrahamo, ospita in casa due stranieri. Gli abitanti di Sodoma circondano la casa e gli intimano: “.. fai uscire quegli uomini e noi li penetreremo”… i commentatori hanno posto l’accento sulla penetrazione e non sulla violenza fatta all’ospite. L’abominio non è il sesso depravato come è piaciuto credere alla pruderie di tanti sessuofobi nei millenni. Il crimine irredimibile di Sodoma e Gomorra è quello di essere ostili allo straniero. E per questo peccato non c’è remissione possibile. L’odio per lo straniero equivale in tutta evidenza all’odio per il divino… (pagg 27,28)”
“L’Eterno [dice]: Mia è la terra…tu vi abiterai come soggiornante o residente insieme allo straniero che godrà dei tuoi stessi statuti, ricordati che fosti straniero in terra d’Egitto, Io sono il Signore! Davanti a Me siete tutti stranieri! – ….Amerai lo straniero è il più importante e ripetuto “comandamento” di tutta la Bibbia… Perseguitare, vessare, umiliare lo straniero è perseguitare.. umiliare il divino…c’è un solo modo di vivere in pace su questa Terra: da straniero fra gli stranieri! (pagg 34,35)”

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