“Verso l’origine”, “Controcorrente”: espressioni che si possono intendere sia in senso letterale, geografico, sia figurato, emotivo. L’amico Guido C., insieme a 3 suoi compagni d’avventura, l’ha inteso in senso letterale ma di una letteralità tramite cui è facile cogliere il senso spirituale, emotivo, del tornare all’origine (della vita, ad es.) e dell’andare controcorrente (rispetto ai normali e ovvi stereotipi, ad es.) Ciò che Guido e i suo amici di Taggia han fatto è stato “streambed trekking” (così l’han chiamato, coerentemente con gli usi linguistici d’oggidì, in cui anche Alessandro Manzoni forse avrebbe risciacquato i suoi panni non già nell’Arno ma nel Tamigi o nell’Hudson.
Streambed trekking significa camminare nel letto di un torrente e procedere “verso l’origine, controcorrente” risalendolo dalla foce alla sorgente. Nella fattispecie risalire il torrente Argentina dalla larga foce della sua fiumara ad Arma di Taggia sino alle alpestri sorgenti alte più di 2000 metri sotto la cima del monte Saccarello.
Nell’interessante proiezione del video-foto-musica-lettura con cui l’escursione è stata presentata al pubblico presso la sede del CAI di Sanremo lo scorso venerdì, i trekkers han detto che forse loro sono stati i primi a risalire (e non discendere) coi piedi in acqua (e non su gommoni o kajak) un torrente in Italia (e forse nel mondo?). Dicevano che è stato divertente, emozionante, comunitario, solitario…. sicuramente insolito e, credo, “formativo”; o almeno lo sarebbe stato se anziché cincischiare fra i 40 e i 50 anni i quattro fossero stati ragazzi in adolescenza; come i numerosi scout presenti alla proiezione e apparentemente interessati a ripetere l’esperienza.
E io che c’entro in tutto ciò? Niente, purtroppo, fatta salva la malcelata invidia per quei quattro figuri che per 3+2=5 giorni fra giugno e settembre 2006 hanno vissuto il fiume conoscendone fisicamente l’acqua, l’aria, la vita, l’ambiente. Ho sempre amato, e amo tuttora, i fiumi, i corsi d’acqua; di quell’amore un po’ a distanza, che ci si vede saltuariamente, ma non sempre ciò che è lontan dagli occhi è lontan dal cuore. E quindi un po’ li invidio. Niente male anche la colonna sonora del video, con musiche adatte allo spirito dell’avventura, musiche un po’ “da biodanza”, per così dire. The best la sigla finale, l’abusato ma sempre mitica medley “Over the rainbow / What a wonderful world” del gigantesco hawaiano IZ Kamakawiwo’ole, musica sommamente biodanzante!
Se qualcuno organizzerà altri percorsi di streambed trekking, magari fatemelo sapere, please!

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