Mi piace conoscere e frequentare persone di città e ambienti sociali e culturali diversi anche perché ciò offre la possibilità di accrescere ulteriormente questa varietà conoscendo “amici degli amici” altrettanto diversificati. Poco tempo fa ho avuto il piacere di conoscere un’interessante signora toscana (ma di origini genovesi) che magari non incontrerò mai più nella vita ma insomma, ne è valsa la pena.

Questa signora R.M. ha 87 anni e per aspetto fisico, vivacità di eloquio, interessi intellettuali, disinvoltura nella guida dell’automobile e volitività di carattere ne dimostra almeno dieci di meno. La sua vera età traspare nella non dimestichezza con le tecnologie digitali e nell’avere alcuni sensi un po’ indeboliti (olfatto e udito: ci sente abbastanza male ma testardamente evita quanto più può di usare l’apparecchio acustico….).

Vive in una bella casa in elegante stile rustico al centro di una vasta tenuta tra i boschi e gli uliveti della Toscana centrale, ha un figlio quasi cinquantenne che part-time le abita accanto (ha moglie e figlia altrove) e che gestisce l’azienda agricola (pare che il loro olio sia squisito) e gli appartamenti vacanze (apprezzati da tedeschi, belgi, francesi) della tenuta medesima. La famiglia comprende anche tre cani affettuosi (di cui due bernesi splendidi), sei gatti, due asini (quasi tre, sta per nascere un asinello nuovo), una decina di famiglie di rondini che nidificano sotto la loggia della casa. In casa si trovano, sparsi tra librerie e scaffali, alcune centinaia di libri; io quando entro in una casa che non conosco vado subito a guardare se ci sono libri e animali domestici, e lì ho rapidamente capito che quella era una casa “giusta”.

R.M. è zia dell’amica genovese Paola, ottima compagna di brevi vacanze; ha un carattere forte e una personalità prorompente. Di quelle persone da assumere in modica quantità e saltuariamente. Ma in quei quattro giorni in cui siamo stati suoi ospiti per me è stata una conoscenza affascinante.
Di lunga, intensa e ininterrotta conversazione, in cui spazia dalla politica allo sport, dall’antiquariato all’architettura moderna, dalla gastronomia alla coltivazione degli alberi da frutto, dal canottaggio olimpico alle chiese di Alvar Aalto; ironica e autoironica, convintamente socia del FAI, attenta differenziatrice dei rifiuti, affettuosamente amichevole con le sue due “serve” che nonostante la terminologia classista e obsoleta che usa le vogliono palesemente bene e la stimano.

Appare buffo e divertente che i personaggi che compaiono nelle sue conversazioni siano quasi esclusivamente membri di famiglie nobili, altolocate o in qualche modo celebri. I Conti Guicciardini, il Marchese Lotteringhi della Stufa, Maria Giulia Crespi, Maria Teresa Olcese (quella che ha donato al FAI la Villa dei Vescovi di Padova), poi le cene a Parigi, gli anni trascorsi a Londra…. Tutto vero, mi garantisce la nipote Paola, la zia R. conosce davvero conti e marchesi e ha veramente vissuto tra Londra, Roma, Parigi eccetera, e comunque ne parla con una noncurante disinvoltura che non rende pesante la conversazione. Questa sua abitudine a un certo tipo di “bel mondo” si estrinseca anche nel definire “colazione” il pasto che noi comuni mortali chiamiamo pranzo e nell’apparecchiare la tavola con una congerie di posate posatine piatti piattini e sottobicchieri che io comune mortale mi chiedevo “quale forchetta dovrò usare per prima?” (ovviamente quella più esterna, parbleu!!).

Perché ringrazio urbi et orbi Paola di avermela fatta conoscere? Perché mi affascina sempre il connubio tra età avanzata, arguzia, cultura, gioia di vivere. Persone così sono la dimostrazione che non è sempre vero quello che diceva Terenzio “senectus ipsa est morbus”. C’è senectus e senectus…. E se la vecchiaia è davvero una malattia, è bello vedere che alcuni malati sono quasi asintomatici.
Certo, affinché la vecchiaia venga vissuta con così tanta verve occorre avere anche un carattere forte e un po’ sciabordante, per cui immagino che non sarebbe facile per nessun “giovane” convivere a tempo pieno con R.M. Infatti non ci convive a tempo pieno nessuno. Ma per brevi periodi, è “un mito”. Spero di incontrarla ancora, prima o poi. In effetti credo di esserle piaciuto abbastanza, mi ha detto che se mi capiterà di ripassare dalle sue parti devo andare a salutarla, con Paola o senza Paola. Lo farò.

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