1) Charlie Brown: “qual è il doppio di sei?”
Snoopy: “il doppio di sei è siamo”.
Ringrazio Paolo Sottocorona per avermi fatto conoscere questa chicca.

2) Pensare come una montagna, respirare come un albero, concedere alla mente di muoversi come l’acqua – dalla newsletter Piemonte Parchi, n°810, 6 maggio 2020.

3) Il destino non viene da una sola direzione ma cresce dentro di noi. Hermann Hesse (tramite Giulia Cassini).

4) “Inizio da un fatto semplice: il tempo scorre più veloce in montagna e più lento in pianura….. Sorprendente? Forse si. ma così è fatto il mondo. Il tempo passa più lento in alcuni luoghi, più veloce in altri”. Siamo nell’incipit di L’ordine del tempo, di Carlo Rovelli, Adelphi, 2017. Rovelli è un fisico teorico che nei suoi libri filosofeggia piacevolmente sul vero significato fisico del sostantivo “tempo” e su altre bizzarrie della fisica e della Natura.
La mia casa di Genova sta sui 150 metri sul livello del mare, quella di Sanremo circa a 10 metri di quota. Quindi io invecchio meno quando sono a Sanremo rispetto a quando sono a Genova. Ma non a questa differenza sto pensando ora, ma all’assenza dello scorrere del tempo che ho avvertito nei 49 giorni di “lockdown” che ho vissuto a Sanremo, dal 17 marzo al 5 maggio. Un mese e venti giorni trascorsi come se non fossero mai trascorsi. Giorni sempre uguali (non “brutti”, però molto uguali), giorni in cui non uscivo nemmeno dal giardino ma anche quei pochi in cui uscivo solo per fare la spesa, Coop e Arcaplanet, un rito uguale a se stesso due volte alla settimana. Ma stupefacente è stato rimettere piede nella casa di Genova il 5 maggio: vedere i calendari, Frate Indovino, Bell’Europa, Erbolario ancora fissi sul mese di marzo, gli orologi in ritardo ancora sull’ora invernale… tutto era rimasto bloccato. La posta sul tavolo in ingresso raccolta da mia nipote, custode della casa in mia assenza, era la sola cosa che mi dicesse che nonostante tutto il tempo era andato avanti anche senza di me. Ma era un tempo che non avevo vissuto, quindi posso davvero dire che fosse trascorso? Sinceramente non lo so. 2020, l’anno senza aprile. Come il 1582, quando papa Gregorio XIII riformò il calendario abolendo i giorni dal 5 al 14 ottobre. Lì scomparvero dieci giorni, qui è scomparso più di un mese e mezzo.Quando ci penso mi fa strano.

5) www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2020/04/28/pandemia-esperimento-sociale – Uno dei pochi messaggi meritori di essere letti che ho ricevuto su whatsapp durante il “iorestoacasa”. Grazie a Silvia C. che me lo ha mandato. Credo che Internazionale sia un bel periodico, anche nella forma cartacea e ringrazio anche Doris M. che me lo fece conoscere alcuni anni fa. Poi non lo acquisto e non lo leggo ma son convinto che ne varrebbe la pena.

6) www.jw.org/it/biblioteca-digitale/video/#it/mediaitems/pub-mo-tk20r_1_VIDEO – Quest’anno ho insolitamente celebrato due Pasque diverse, attraverso Youtube e la televisione. Il “signor Riccardo” è un Testimone di Geova di Sanremo, molto colto in campo teologico, filosofico e scientifico, persona interessante, che mi ha invitato al “Discorso della Commemorazione” della morte di Gesù, ascoltabile online sul sito dei Testimoni, che commemorano la morte di Gesù seguendo il calendario ebraico, cioè dopo il tramonto del giorno 14 del mese di Nisan, che quest’anno corrispondeva a martedì 7 aprile. A me piacciono le persone che parlano di Dio con profondità di pensiero, gentilezza e rispetto, quindi ho accettato di buon grado l’invito: la sera del giorno 7 mi sono collegato a jw.org e ho ascoltato per trentacinque minuti il Discorso della Commemorazione in italiano (esiste in più di quattrocento lingue). Nulla a che vedere con la Messa cattolica, praticamente una lunga predica, condotta con buona abilità oratoria, che esplicita la fede che i Testimoni di Geova hanno nella figura storica e teologica di Gesù Cristo, fede ovviamente diversa da quella cattolica ma interessante, come lo sono per me tutte le strade che portano verso Dio; per cui ringrazio il signor Riccardo di avermi proposto questa esperienza.
Domenica 12, giorno della Pasqua cattolica, ho seguito la Messa del Papa su TV2000.

7) “Pale blue dot” è un altro messaggio meritorio, ricevuto da Gianfranco DM. https://it.wikipedia.org/wiki/Pale_Blue_Dot spiega di cosa si tratti. Il “puntino azzurro pallido” è la Terra fotografata nel 1990 dalla sonda Voyager 1 che si trovava ai confini del Sistema Solare, a sei miliardi di chilometri di distanza dal nostro pianeta. Un puntino, davvero. L’astronomo Carl Sagan disse: “Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare per un momento padroni di una frazione di un puntino….È stato detto che l’astronomia è un’esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo…”. Circa 680 anni prima di Sagan, Dante Alighieri aveva espresso lo stesso concetto con terminologia più poeticamente concisa “L’aiuola che ci fa tanto feroci / volgendom’ io con li etterni Gemelli, / tutta m’apparve da’ colli a le foci” (Paradiso, XII, 151-153).

8) Il “Dialogo a un posto di blocco” (grazie a LivioZ che me lo ha mandato) è tutt’altra roba. Ironia surreale sulle autocertificazioni applicate alla letteratura contemporanea. Un modo non banale di esorcizzare questo strano periodo. https://www.facebook.com/notes/giampaolo-simi/a-un-posto-di-blocco/10158114485844931/

9) Tuba Skinny, Sona Jobarteh, Jacques Loussier: musica musica musica musica…. Tuba Skinny sono un gruppo che fa jazz stile Anni Venti nelle vie di New Orleans e nei festival en plein air in Europa. Sona Jobarteh è una cantante anglo-gambiana che suona 1il “kora”, con un repertorio di belle canzoni e musiche africane morbide e melodiche. Jacques Loussier è un pianista e compositore francese che reinterpretava in chiave jazz Bach e altri autori dell’Ottocento (grazie ad Antonella B. che me lo ha fatto conoscere). Un po’ come Elio e le Storie Tese con Beethoven funky…

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