Conosco Guido Conforti almeno dal 1 ottobre 1965, quando iniziammo un comune percorso scolastico che ci portò attraverso la scuola elementare Maria Mazzini, la scuola media Cristoforo Colombo e il liceo classico al medesimo navigatore dedicato. Dopo quel luglio 1978 in cui sostenemmo l’esame di maturità le nostre strade si divisero, ma i contatti, se pur saltuari, non si sono mai interrotti. Alcune bizzarrie del destino continuano a unirci, massime l’aver trovato entrambi moglie nell’estremo Ponente ligure, prima lui a Taggia poi io a Sanremo.

Guido bazzica da molti anni la Confindustria genovese ma al contempo scrive (e questa è un’altra cosa che in qualche modo ci accomuna, pur nella diversità di genere): scrive poesie, qualche romanzo, saggi e cose analoghe, ha un sito a queste attività dedicato, insomma è uno dei non pochissimi genovesi che sanno unire l’interesse per la letteratura con quello per l’economia.

Una delle sue ultime fatiche si intitola “Sono stato qui!”, opera a quattro mani – due di Guido che ha scritto, due del suo compagno di avventure Alberto Folli che ha disegnato – edita dalla ECIG di Genova; in breve direi che si tratta di un racconto scritto-illustrato delle esperienze di vita e di cammino in montagna dei due autori. Di vita in quanto cammino in montagna. Col suo solito stile piacevolmente discorsivo aperto alle riflessioni esistenziali, Guido passa in rassegna tutte le montagne liguri, parecchie piemontesi e altre altrove italiane ed estere, sino a un capitolo dedicato a una bizzarra attività escursionistica di cui i due autori sono stati alcuni anni fa fra i co-inventori, ovvero lo “streambed trekking”, vulgo il risalire un torrente a piedi dalla foce alla sorgente. Il torrente Argentina, nel succitato Ponente ligure, fu il primo ad essere percorso in quel modo.

Il libro se lo presentano in giro per conto loro, non sono qui per farne una recensione letteraria, ma solo per dire che esiste e che è piacevole da leggere. Specie per chi almeno un poco conosce i luoghi e i monti di cui si parla. Io ho camminato e cammino in montagna molto ma molto meno di Guido quindi non conosco tutte le cime che lui ha salito e che cita. Però almeno in Liguria e nel Cuneese qualcosa ho fatto anch’io, quindi ho trovato particolarmente piacevole leggere i suoi pensieri – che so – sul forte Diamante, sull’Antola, sul Saccarello, sulla salita verso il Tenibres o al passo della Gardetta. Per altre cime vicine a casa che ancora mi mancano, come il monte Caucaso e il Maggiorasca (che sarà banale ma esiste quindi merita di essere conosciuto) beh, sono ancora semi-giovane, prima o poi…

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