Alcune settimane fa mio cognato Gianluca mi inviò un articolo “Frugal consumption, an alternative in times of crisis? A reflection on the responsible factors” pubblicato su Academia Letters, aprile 2021, e firmato da Hasna Sidmou, ricercatrice di Economia presso l’Università Mohammed V di Rabat in Marocco. Riassumendo molto, il senso dello scritto è che durante la pandemia alcune (tante? poche? non so) persone nel mondo si sono rese conto che la vita “precovid” era eccessivamente sovrabbondante di situazioni e di cose superflue e durante i vari lockdowns costoro hanno abbracciato una scelta di “voluntary semplicity”, una vita più semplice, più frugale e con una minor quantità di oggetti posseduti. Si afferma anche che uno studio tedesco del 2017 ha stimato che un europeo medio possiede circa diecimila oggetti, molti dei quali superflui o del tutto inutili.

La tesi esposta nell’articolo secondo me si presta a diverse e talora contrastanti considerazioni ma oggi mi limito a osservare che io, essendo un europeo medio, probabilmente possiedo davvero diecimila oggetti, utili, superflui o inutili che siano, ho fatto un rapido grossolano conto e credo che sia vero.
Mi era anche venuto da pensare che diecimila oggetti suonano un po’ come i diecimila esseri del taoismo, che è un modo per indicare tutto ciò che esiste nell’universo, e anche questo potrebbe essere un buono spunto di riflessione, ma non è questo il momento…

Arcaplanet. Catena di negozi di cibo per animali domestici. Io sono un autorevolissimo cliente del negozio Arcaplanet di corso Matuzia a Sanremo, dove una volta alla settimana mi rifornisco delle provviste per i cinque gatti di Villa Mergellina. Ultimamente i signori Arcaplanet propongono ai loro clienti VIP alcuni graziosi oggettini in omaggio. Un paio di mesi fa fu il tempo del bidoncino porta-croccantini, un simpatico contenitore a forma di tronco di cono ellittico rovesciato di colore giallo col coperchio nero (c’era un bidone giallo con un coperchio nero, cantava De André…) per me assolutamente inutile; mica che prima del bidoncino tenessi i croccantini sparsi sul pavimento, no? Ce l’avevo già il contenitore adatto alla bisogna, a che mi sarebbe servito averne un secondo? Comunque lo presi per non sembrare maleducato e lo portai a Ormea per destinarlo alla raccolta degli scarti vegetali del giardino e, se mai, a contenere la legna per la stufa. Quando la settimana dopo la volenterosa commessa tentò di propinarmene un altro le feci presente con gentile fermezza che uno già avevo e uno mi bastava.

La settimana scorsa è arrivato il gadget più fantasmagorico che mente arcaplanetesca abbia potuto concepire. Un oggetto veramente indispensabile, un vero “mai più senza!”: un “bilancino elettronico per crocchette”. Ma mica un bilancino elettronico qualsiasi, no! Un bilancino elettronico con “manico ergonomico removibile”. Hai detto gnente…. Meglio del mare semovibile di Cochi e Renato.

Anche questo l’ho preso fingendo interesse (ultima Bolgia dell’ottavo Cerchio, canto XXX dell’Inferno, i falsari di parola, insomma i bugiardi) e una volta a casa l’ho riposto su uno scaffale e ivi giace intonso. Magari lo donerò a Popoli in Arte, un’associazione di pie donne che raccolgono ciaraffi – dal soprammobile della nonna alla collanina usata – li vendono in pesche di beneficenza e mercatini di pseudoantiquariato e col modesto ricavato finanziano ospedali ad Haiti e posti così.

Questa settimana la commessa ha tentato di darmene un secondo ma le ho detto che già last week, e che comunque le crocchette per i miei gatti non le peso, né elettronicamente né sulla stadera: le metto in una ciotola e quando i gatti han voglia di mangiarseli vanno e se li prendono, e quando sono sazi smettono e se ne vanno. Sogghignavo sotto la barba tra me e me a pensare “Polvere vieni che ti do 34 grammi di croccantini…”

E tutto sto bailamme di regali insulsi e inutili mi ha portato a pensare all’articolo della studiosa marocchina e alla “simplicity” che secondo costei sarebbe (voluntary o no) opportuna per dare miglior equilibrio alla complicata vita dell’umanità sul pianeta che ci ospita. Io mi tengo volentieri i miei diecimila oggetti (in enorme parte costituiti da libri, cd, fotografie) ma quando penso al bilancino col manico ergonomico mi convinco che siamo proprio una civiltà di sciuponi scriteriati…. Un sincero plauso a mio cognato Gianluca che mi ha fatto conoscere le teorie sul consumo frugale.

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