Viveva con sua madre in Cornovaglia
un dì trasecolò nella boscaglia
nella boscaglia un dì, tra cerro e cerro
vide passare un uomo tutto ferro

Non ricordo dove lessi e imparai questa strofetta, ma da una rapida ricerca su Google – siccome s’usa oggidì – ho appreso che è l’incipit di una poesia scritta da Giovanni Pascoli che si chiama “Breus”. Non mi pare che si tratti d’un capolavoro della letteratura mondiale, ma questo poco ci importa.

Noi comunque (Donatella, la tradizionale compagna di viaggi Anna “archiatra” personale e io) nei 4 giorni che abbiamo trascorso in Cornovaglia a cavallo fra aprile e maggio, di uomini tutto ferro non ne abbiamo visti. Abbiamo visto giardinieri, osti di pub, piloti di elicotteri, e in tv tutta quella gente vestita bizzarra che partecipava al Royal Wedding, indubbiamente l’evento “del secolo” per la popolazione inglese, a giudicare da quanto Wedding c’è stato in quei pochi giorni in tv, in radio, nei giornali, nei manifesti, nelle vetrine, sulle finestre delle case…

I due Royal piccioncini si sono sposati mentre noi si viaggiava in auto dall’aeroporto di Gatwich verso la penisola, quindi siamo pure riusciti a sentirci un pezzo della cerimonia per radio; poi in tv repliche e commenti a tutto spiano la sera, la mattina dopo e via andare.

Troppo sciato per una faccenda tutto sommato di poca importanza? No, non credo. O meglio, si, penso che davvero il matrimonio di un futuro aspirante al trono britannico sia poi poca cosa rispetto a ciò che succede nel mondo, ma capisco l’entusiasmo che ha riempito la stragrande maggioranza degli inglesi e nel nostro piccolo pure noi, sudditi di ben altri monarchi. Perché – ritengo – le favole sono indispensabili alla qualità della vita. Si vive di crisi economica, di guerre “umanitarie”, di campagne elettorali, di sbarchi di profughi, di fughe radioattive, di aumenti del prezzo della benzina, di debito pubblico e teniamoci pure tutte ‘ste cose… ma che bello ogni tanto poter mettere da parte il male di vivere e entrare anche solo di straforo in un sogno dove tutti sono belli, giovani, ricchi, felici. E per luce riflessa anche noi, sudditi di Sua Maestà persi nella folla delle strade di Londra o stranieri in vacanza nei villaggi dell’Inghilterra, diventiamo – poco e per poco tempo – carini, giovanili, agiati, soddisfatti. E ciò è bel

La Cornovaglia è piena di giardini lussureggianti, come aveva detto Libereso Guglielmi a Donatella consigliandole di andarli a vedere. Giardini inglesi, ça va sans dire, ma sono di un inglesità strana, perché il clima cornish, pur umido e ventosissimo, ha dei sentori di mitezza (thanks to la Corrente del Golfo) che il resto dell’Inglaterra non ha, quindi qui crescono anche palme e piante mediterranee, che agli occhi dei turisti liguri fanno magari poca impressione ma capisco che agli inglesi e ai britannici in genere piacciano, con quella loro aria esotica e mediterranea.

Poi, comunque, qui ci sono anche tutte le piante fiorite e gli alberi alti e folti che rendono così peculiari e interessanti i giardini d’Albione in generale.

A me piacciono – com’è noto…. – sopra a tutto gli alberi e più son grossi più son belli, quindi direi che i gardens che ho preferito sono stati Heligan (The Lost Gardens of -) e Trebah; i più giungleschi dei diversi che abbiamo visitato.

Veramente meravigliosi certi “alberi” di rododendri fioriti (che più che immensi cespugli parevano davvero alberi, sotto l’intreccio dei rami di alcuni ci si sarebbe potuto piantare una tendina canadese), i boschetti di felci arboree (non ricordo di averne mai visti prima) che creavano un paesaggio preistorico dove ci sarebbero stati benissimo dinosauri e archaeopterix, e un “prato” di gunnere immense più alte e più grosse di me che ci sparivo dentro (Gunnera manicata, è una pianta erbacea enorme, non bella ma a suo modo spettacolare, può raggiungere i 2 metri d’altezza, con dei foglioni giganteschi – nel giardino di Don Orioni, Don Andrea cogliea foglioni… -). Affascinanti.

In fondo alla Land’s End estrema della penisola, anzi ben sparpagliate in mezzo all’oceano, ci sono le isole Scilly, che vengono presentate dagli opuscoli turistici come una specie di “caraibi” inglesi (sempre la Corrente del Golfo) e pazienza se il giorno della nostra visita c’era un cielo nuvoloso e grigiastro. L’isola di Tresco e i giardini di Tresco Abbey hanno pienamente meritato la visita anche senza sole. Anche grazie al volo a/r in elicottero per raggiungere quest’isoletta, che con spesa appena superiore alla nave, invece di due ore di mare presumibilmente ondoso ci siano fatti 20 minuti di volo, rumoroso ma panoramico e divertente, insieme ad una ventina di altri visitors; è sempre bello volare e un elicottero non è che capiti sotto mano tanto sovente. Mi era capitato, a voler essere pignoli, nel lontano 1993 quando andai in Kamciatka, e lì furono due voli di un paio d’ore, da Petropavlosk al Parco del vulcano Kronotskii, ma appunto, non succede sovente..

La natura della Cornovaglia da il meglio di sé anche nel St.Michael’s Mount, una specie di Mont Saint Michel in minore, un isolotto roccioso “tidale” con in cima un castello-exabbazia, e con una strada lastricata che quando la marea è bassa lo collega al grazioso paesello di Marazion: penisola con la bassa marea, isola col mare che sale; è questo il significato del termine “tidale”. Proprio come il più famoso Saint Michel francese. Anche qui, l’abbazia sorse in seguito a un’apparizione dell’arcangelo Michele. Un vento gelido e teso sbatacchiava persone e cose, quel mattino che attraversammo a piedi la bassa marea per visitare il monte. Ma è l’Atlantico, baby…

Credo che non la parli più nessuno, ma la lingua Cornish formalmente esiste ancora, visto che si stampano dizionari e altre cosette. Una delle lingue celtiche spinte ai margini delle isole Britanniche dalle invasioni anglosassoni dell’alto Medioevo, come il gaelico irlandese, il gallese, lo scozzese, parenti anche del bretone di Bretagna. Ci sono alcuni cartelli di benvenuto all’ingresso delle città, in Cornish.

In Cornovaglia, a differenza del resto dell’Inghilterra, ci sono le palme ma analogamente al resto dell’Inghilterra non ci sono i bidet. E i rubinetti dei lavabi tengono rigorosamente separata l’acqua calda dalla fredda. Simpatico il b&b che ci ospitò, simpatica la ridanciana proprietaria (begl’occhi), belli i galli del suo prato, colorati e col piumaggio folto ed elegante, quasi esagerata l’English breakfast, ma perché cavolo gli inglesi non adottano il semplice e banale miscelatore per l’acqua dei rubinetti? E soprattutto come cacchio si lavano le cosiddette “parti intime”, senza bidet? Avessero almeno le docce a telefono, che te le guidi su e giù lungo il corpo come vuoi, invece no, rigida e piantata lassù come un lampione, che ti scarica l’acqua sulla testa e poi ti arrangi.

Sono misteri che stento a comprendere. Chiaro che stento, se li capissi che misteri sarebbero?

L’unico giorno di vero bel tempo, pieno di sole, fu l’ultimo, quello del ritorno. Ti viene un po’ voglia di dire “mannaggia..:” ma ci tornò utile per far tappa a Stonehenge, che per Donatella era un ritorno dopo alcuni decenni e per me e Anna una prima assoluta. Me lo immaginavo più grande, più ampio, il cerchio misterioso, e anche i pietroni che lo formano sono si alti e imponenti ma li avrei immaginati ancora più alti e più imponenti. Comunque valeva la pena, per quanto ritengo che fosse più “magico” ai tempi di Donatella giovane che poté avvicinarsi e toccare le pietrone e salirvi sopra, mentre ora – e giustamente! – ci si avvicina ma nemmeno troppo, e si paga il biglietto e quelle cose lì. Chissà se chi tirò su ‘ste pietre immaginava che a distanza di N millenni sarebbe venuta gente da tutto il mondo a vedere l’opera loro e a scervellarsi per capire a cosa servisse.

Ho iniziato parlando del Royal Wedding, finisco con una nota a margine del matrimonio medesimo: da un quotidiano letto durante il volo di ritorno Gatwich-Nizza abbiamo appreso con un certo stupore l’esistenza di un Pippa Middleton Ass Appreciation Society con tanto di sito web; ignoravamo ancora il turbinio di commenti che aveva suscitato in giro per il mondo il lato B della sorellina della sposa…

Ma i bagni di Buckingham Palace, chissà come sono equipaggiati…

error: Il contenuto è protetto!

Su questo sito utilizziamo strumenti di prima o terza parte che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (cookie tecnici), per generare report sull’utilizzo della navigazione (cookie di statistica) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.

Alcuni contenuti o funzionalità qui non sono disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/il contenuto contrassegnato come “%SERVICE_NAME%” utilizza i cookie che hai scelto di mantenere disabilitati. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, abilita i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.