Descrizione
In una traversa di via Urbano Rela, a pochi passi da via Cantore, annunciata da una bella insegna in uno stile che rimanda a un Novecento ormai concluso, c’è la sede di una delle più antiche – o forse è proprio la più antica? – azienda artigiana di San Pier d’Arena: l’Officina Macciò. Nacque più di un secolo e mezzo fa, nel 1859 (eravamo ancora sudditi del Regno di Sardegna), per iniziativa del bisnonno della signora Laura che ora la dirige col marito Natale Strano. La prima cosa che si nota entrando è la pulizia dell’officina: uno si immagina che i fabbri lavorino in antri neri e sporchi e invece… questo nitore è indizio evidente della cura e dell’attenzione che i “fabbri di San Pier d’Arena” pongono nel loro lavoro. Poi c’è tempo per accorgersi delle testimonianze della storia, osservando gli attrezzi con cui lavorava il nonno della signora Laura, la vecchia incudine… e pazienza se non c’è più la forgia con cui il nonno lavorava il ferro. Infine il tempo presente, coi macchinari con cui si lavora alle serrande, si sostituiscono le molle e i rulli, insomma si fa ciò che è necessario affinché le saracinesche di San Pier d’Arena portino orgogliosamente scritto “Officina Macciò”, come ad esempio è possibile vedere percorrendo la vicina rinnovata piazza Settembrini. Un lavoro di alto artigianato, e l’artigianato di qualità è sempre arte. Ma è anche un servizio sociale, quello che l’Officina Macciò rende da più di un secolo alla comunità di San Pier d’Arena: quando abbiamo bisogno di una medicina andiamo dal medico, se abbiamo bisogno di cambiare gli pneumatici ci rivolgiamo a un gommista, se abbiamo bisogno di un fabbro che ci sostituisca una serranda, ci costruisca un cancello o un’inferriata antintrusione, ci forgi una ringhiera o la testiera di un letto, realizzi una scala o l’insegna di un negozio, andiamo da Macciò. Da centocinquantotto anni i sampierdarenesi vanno da Macciò. A voce, per telefono, via mail, attraverso il sito web e la pagina Facebook, Macciò è presente a San Pier d’Arena per i sampierdarenesi dal XIX al XXI secolo senza interruzioni.