Luci e ombre del mercato di piazza Treponti

Rivista: Gazzettino Sampierdarenese
Editore: S.E.S. – Società Editrice Sampierdarenese
Luogo di pubblicazione: Genova
Data: Giugno-luglio 2015, anno XLIII, n°6

Descrizione

A colloquio con i commercianti

Mercato…. non quello che governa il mondo contemporaneo e a cui i politici si sottomettono umili e ossequiosi, fatto di sigle e acronimi BCE, Fed, Mib, PIL, Bot… parlo di quei luoghi animati, rumorosi, colorati, profumati in cui sin dalla preistoria la gente s’incontra per vendere e acquistare merce, cibo, beni materiali ma anche per socializzare e per scambiarsi pensieri, parole, opinioni, sensazioni, idee… Io son convinto che la visita di una città non sia completa se il turista oltre che i monumenti, le chiese, le piazze, i palazzi, i parchi eccetera non visiti almeno un mercato, dove può incontrare la vera vita quotidiana della popolazione di quella città.

Sono parecchi i “mercati comunali” di Genova, alcuni celeberrimi e a modo loro sontuosi, altri più piccini e noti solo agli abitanti del quartiere; siamo andati a fare un giro in quello di piazza Treponti per chiacchierare col titolare del bar La Pausa, il signor Pino che lavora qui dentro da quindici anni, e sentire “che aria tira”…. Beh, basta entrare nel grosso edificio rettangolare e vedere le numerose saracinesche chiuse per capire che non tira una buona aria, che il mercato ha qualche problema. Quale? Il signor Pino non si fa pregare a parlarne, con tono e parole che dimostrano la passione per il suo lavoro e per questo luogo: dice subito che è dispiaciuto di vederlo decadere, abbandonato da chi non riesce più a ricavare il necessario da vivere con la sua attività commerciale ma anche dalle istituzioni che trincerandosi dietro a un “non ci sono soldi” fanno molto meno di ciò che dovrebbero per mantenere efficiente la struttura come sostituire i lucernai rovinati o riparare le perdite della rete idrica senza la quale nessun commerciante può continuare il suo lavoro in modo soddisfacente. Un tempo v’era una quarantina di banchi, ora restano circa diciassette operatori; c’è poco ricambio per sostituire chi va in pensione, qualche giovane ha aperto ma ha chiuso dopo pochi mesi sopraffatto dalle difficoltà e tra gli operatori “storici” rimasti alcuni si stanno demoralizzando, perché alla fine della giornata quando aprono il cassetto si rendono conto che la fatica fatta nelle ore di lavoro non è ricompensata da un guadagno adeguato. La crisi economica ha ridotto i consumi e le spese della clientela senza peraltro ridurre la tassazione sui beni e sui servizi offerti dai commercianti, ma influiscono anche i cambiamenti nella popolazione del quartiere, coi tanti stranieri che preferiscono acquistare nei negozi “etnici” di via Buranello e dintorni piuttosto che nel mercato di quartiere. La clientela tradizionale in parte è scomparsa per raggiunti limiti d’età, un po’ si è trasferita in altre zone considerate a torto o a ragione più vivibili, i pochi che rimangono non sono sufficienti a mantenerlo vivo com’era “ai bei tempi”. E manca anche la giusta pubblicità: defilato dalle principali vie del quartiere, chi non lo conosce non si rende conto che esiste e magari chi lo conosce lo dimentica, mentre la vicinanza con la zona pedonale potrebbe aiutarlo ma occorrerebbe una segnaletica efficiente e accattivante che lo rendesse visibile. Il Comune collabora ben poco, a detta degli operatori, ma quale sia la ragione del disinteresse della pubblica amministrazione nessuno lo sa con certezza; anche se alcune voci sussurrano che se il mercato chiudesse si potrebbe realizzare un parcheggio collegato alla nuova zona pedonale di via Daste. Un parcheggio vale più di un mercato rionale? Forse si…

SCARICA L’ARTICOLO

error: Il contenuto è protetto!

Su questo sito utilizziamo strumenti di prima o terza parte che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (cookie tecnici), per generare report sull’utilizzo della navigazione (cookie di statistica) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.

Alcuni contenuti o funzionalità qui non sono disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/il contenuto contrassegnato come “%SERVICE_NAME%” utilizza i cookie che hai scelto di mantenere disabilitati. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, abilita i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.