La casa sulla collina

URL: www.pancotti.info
Cliente: Pancotti Superfici
Luogo: Piacenza
Data: 2017

Categoria: Tag: , ID:2292

Descrizione

Le colline sono il regno della libertà: non obbediscono agli dèi della geografia, potenti in montagna dove è il fondovalle a dare la direzione principale, potenti al mare dove la costa sta lì e non puoi spostarla. In collina l’alto e il basso si mescolano, si intrecciano, tenuti insieme da una ragnatela di strade e viottoli. Che bello fermarsi sotto un albero, al limitare di un campo, guardare le torri e i tetti di un borgo su un poggio lontano, osservare la successione di cime ondulate che passano dal verde all’azzurro allontanandosi verso l’orizzonte.

Nel Trattato della Pittura Leonardo da Vinci riflette sui cambiamenti di colore che monti e colline subiscono con l’aumentare della distanza dall’osservatore; a ricordarmi questi pensieri del Genio del Rinascimento toscano è una voce femminile che parla italiano con accento tedesco. Può suonare strano ma a ben vedere non c’è nulla di cui stupirsi: Leonardo conosceva bene le colline dell’Italia Centrale e le amava esattamente come i tanti stranieri che in questo territorio benedetto dagli Dei della bellezza scelgono di venire a vivere; e per vivere tra queste colline vogliono case che anche nei minimi dettagli costruttivi e di arredamento dimostrino, testimonino, perpetuino la bellezza e l’eleganza dell’ambiente naturale in cui sono immerse. Per ottenere ciò occorrono le persone giuste per progettare ed i materiali giusti per realizzare. La Pancotti Superfici è da sempre al servizio di chi desidera dar forma alla bellezza e mette la propria competenza e i propri materiali naturali a disposizione di chi sa fare cose artigianali con una passione “antica” per affrontare al meglio le sfide tecniche ed estetiche contemporanee.

La protagonista di questa storia si chiama Monika, tedesca naturalizzata inglese; la incontriamo in una limpida giornata di giugno nella sua casa in pietra e legno su un piccolo poggio nelle colline delle Marche che sono, come lei dice sorridendo, “il segreto meglio conservato d’Italia”: magnifiche e poco conosciute. Gira scalza per casa, ha un sorriso affabile ma intenso che lascia intuire una sana curiosità verso il mondo e verso gli sconosciuti e al contempo la consapevolezza di vivere una vita piena e non banale. Conversando scopriamo quanto sia abituata ad attraversare il mondo. Dopo aver lavorato per molti anni a Londra, Mosca, Lussemburgo, tra uffici dell’Unione Europea, ambasciate, grandi biblioteche statali, ora è una consulente per progetti internazionali destinati allo sviluppo di tecnologie informatiche e di servizi digitali per le biblioteche dei paesi del cosiddetto “Sud del mondo”. Ciò al fine di migliorare le condizioni di vita, di cultura e di lavoro delle comunità di quei paesi. Monika fa un esempio chiarificatore: “un contadino di un villaggio dell’Uganda può lavorare meglio e aumentare la produzione dei suoi campi se attraverso internet può comunicare con la biblioteca dell’università della capitale per leggere e informarsi”. Altri aneddoti riguardano la Mongolia, il Bangla Desh, la Birmania.

E tutto ciò avendo come punto d’appoggio e di partenza, come buen retiro, come home sweet home un rudere mirabilmente restaurato e rinnovato per diventare una dimora rurale di grande eleganza e signorilità, con un panorama a 360 gradi su colline ricoperte da vigneti (gli antenati di Monika producevano vino lungo il fiume Meno in Germania), oliveti e boschetti ricchi di fauna selvatica, in un silenzio privo di rumori umani e arricchito solo dai suoni della natura, qualche cinguettio, un frinire lontano… Sembra di essere in un paradiso fuori dal mondo ma invece, come dice la padrona di casa con un sorriso arguto, con un’ottima connessione internet e un aeroporto poco lontano, da qui si può interagire col mondo intero. Qui si lavora e da qui si parte per qualunque destinazione, qui si ospitano colleghi internazionali perché l’ambiente naturale e la casa favoriscono i pensieri, le discussioni, la creatività.

Entrando in casa l’occhio e la mente sono attirati dal colore caldo del pavimento, su cui – Monika garantisce – si cammina bene a piedi nudi in ogni stagione. Due passi verso le stanze interne ed ecco le pareti del bagno tinte di un azzurro intenso e avvolgente. Sono superfici Pancotti, realizzate con Ecomateria®, malta naturale di origine minerale, robusta e malleabile, accogliente, applicata manualmente “su misura”; dona eleganza e morbidezza alle superfici e dialoga egregiamente con la pietra dei rivestimenti e del camino, con il legno dei mobili e delle travi del soffitto. Il frutto di una ricerca tecnica ed estetica molto raffinata ed artigianale che garantisce le migliori prestazioni e la massima durata nel tempo.

Monika parla della sua casa con affetto e ammirazione, sia verso l’edificio sia verso tutti coloro che hanno dato forma e materia al suo sogno di vivere qui, nelle colline marchigiane. Il rudere originario è stato demolito e ricostruito utilizzando tutte le pietre che è stato possibile recuperare, quindi conservando l’antico, per fare una simbiosi tra l’antico e le esigenze di oggi. Di quel rudere si è conservato tutto ciò che è stato possibile riutilizzare, anche chiodi, vecchie travi, porte, maniglie originali, tutto è stato affidato alle mani degli ottimi artigiani locali che aggiustano e riparano a regola d’arte. “Gioco” sublime della mente e dei sensi è stato portare i colori della natura dentro casa: il pavimento è grigio come il cielo nuvoloso, il bagno al piano terra ha l’azzurro del mare, il bagno al primo piano ha le pareti gialle come il campo di grano che si vede dalla finestra, le finestre sono blu come i monti appenninici che a distanza chiudono l’orizzonte. Sono tanti i dettagli che rendono unica e particolare questa casa, dettagli pensati e realizzati da persone che per lavoro e per passione fanno più belle le cose belle.

La casa è aperta all’aria e alla luce su tutti i lati e ogni finestra è come un quadro; affacciandomi a una di esse mi vengono in mente certe immagini ed una poesia della mia infanzia – era la seconda metà degli anni ’60 – “Mi affaccio alla finestra e vedo il mondo intero, c’è una casetta bianca e c’è un camino nero… C’è in alto in alto il cielo e l’occhio ci si perde; nel mio piccolo mondo, o quante cose belle!”. A ben pensarci non è necessario viaggiare indietro nel tempo per cinquant’anni per ritrovare certe sensazioni, certe emozioni, certi luoghi geografici che sono anche luoghi dell’anima.

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