Descrizione
“Anterselva è la traduzione quasi esatta del tedesco Antholz. È una valle laterale della più grande val Pusteria, attraverso cui scorre il Rienza, che a Bressanone si unisce all’Isarco, poi l’Adige…. insomma, profondo Südtirol, quello dove si chiamano Herr und Frau Messner, Brigitte, Wolfgang, Sepp, e ti dicono “Puon Ciorno”, come le Sole Barbe, gli scalcagnati lanzichenecchi delle avventure del Signor Martino sul Corriere dei Piccoli del lontanerrimo 1967.
Ad Anterselva /Antholz non vivono lanzichenecchi scalcagnati. C’è invece un laghetto quasi tondo, alto 1630 metri sul mare, una quota che permette alla neve di nevicare e fermarsi per tutto l’inverno. C’è una strada che d’estate porta in Austria, Ost-Tirol, col passo a 2050; c’è una fitta abetaia tutt’intorno, un ampio recinto di cerbiatti e cervi semiliberi (o semiprigionieri), le rocciose e assolate Vedrette di Ries che separano l’Antholzersee dalla Valle Aurina, un rebigo di piste da fondo o da piedi, e uno strato di ghiaccio sulla superficie del lago che ci potrebbe forse passare sopra un’automobile. Vadasé che le auto si lasciano negli spazi targati P fra gli abeti, e a camminare sul lago ci vai a piedi. Che col sole che batteva in faccia, i -10° del termometro sembravano quasi tiepidi. All’ombra no, però. Col cielo azzurrissimo e asciutto, le montagne intorno bianche di neve e verdi di abeti, e la superficie gelata del lago, affermo e sostengo, appoggiato dall’autorevole opinione della moglie, che la valle di Anterselva è un gioiello dell’Alto Adige. Resta la curiosità di vederla in estate, mi immagino il lago blu cupo, gli uccelli che cantano nella foresta, le trote che guizzano nelle acque gelide… C’è anche una baita-ristorante-alberghetto, con abbondante menù…”