I Gazzettiniani foresti (2)

Rivista: Gazzettino Sampierdarenese
Editore: S.E.S. – Società Editrice Sampierdarenese
Luogo di pubblicazione: Genova
Data: Febbraio 2014, anno XLII, n°2

Descrizione

I collaboratori non sampierdarenesi del nostro giornale

Quando si decise di scrivere qualcosa sui collaboratori “esterni” del Gazzettino, il Direttore mi disse “fa’ un pezzo lungo, arriva pure a sessanta righe…”. In gennaio ho scritto sessantaquattro righe con solo metà dei contributi ricevuti dai gaz-nonsamp; San Pier d’Arena è un argomento di cui si parla volentieri…

Laura Traverso: “Sono busallina ma tra il 1980 e il 1990 ho abitato sulle alture del Fossato. Mi piaceva San Pier d’Arena, lavoravo nel Municipio. Poi mi trasferii a Bolzaneto. Oltre dieci anni fa mi presentai al papà di Stefano D’Oria, allora caporedattore del Gazzettino Sampierdarenese, mi disse di provare a scrivere un pezzo che poi mi avrebbero fatto sapere. Da allora non ho mai smesso di essere presente sul Gaz con qualche mio pezzo. Ho avuto molte soddisfazioni da parte dei lettori: molte persone menzionate negli argomenti trattati mi hanno comunicato il loro consenso sui pezzi pubblicati. Adesso la mia collaborazione, per svariate ragioni, è in ‘via di estinzione’, ma tutto ha un inizio e una fine, così pure lo scrivere per il Gaz: giornale al quale sono stata, e sono, legata da affetto sincero”.

Recentemente è arrivata al Gaz Katia Piccarreta: “Sono nata e cresciuta a San Pier d’Arena e ho abitato fino ai quindici anni in via Dante Storace. Sono una persona diversamente abile; leggevo sempre il Gazzettino Sampierdarenese perché lo leggevano i miei genitori. Nella vita avrei voluto diventare una giornalista ma non ho mai potuto studiare, mio papà era un operaio e mia mamma casalinga. Ora sono sposata con Giuseppe dal 2009, un uomo straordinario che ha saputo guardare oltre la mia disabilità. Ringrazio Dino Frambati, che mi ha dato l’opportunità di poter scrivere articoli sul sociale, diciamo che in parte si è realizzato un mio sogno”.

Altro acquisto recente è Milena Sala, modenese: per lavoro vive da sei anni nel centro storico di Genova, dove si trova benissimo. è scrittrice e giornalista, sa osservare molto bene la realtà, e i suoi dettagli e ha una capacità “da scrittrice” di raccontarla. Un ottimo acquisto per la redazione, dunque. Nel centro storico vive anche Daniela De Bartolo, che con le sue lauree in design, disegno industriale e multimedia è grafica, fotografa, insegnante di fotografia. Conobbe Stefano D’Oria collaborando con la casa editrice Sagep e interagisce col Gaz e con la Ses soprattutto come “studio grafico”, ovvero come grafica ed esperta di fotografia.

Che dire di Laura Buffa?: “Per la verità io come ‘non sampierdarenese’ non valgo un granché. Sono nata all’Ospedale di San Pier d’Arena e ho frequentato asilo, elementari, medie ginnasio e liceo nel quartiere. Ho vissuto qui fino all’età di diciannove anni, quando mi sono iscritta all’università fuori Genova e facevo la spola rientrando nei fine settimana. Vivo fuori da San Pier d’Arena per ragioni… di cuore! Il mio compagno é della Foce e quelli della Foce non oltrepassano la sopraelevata…! Naturalmente scherzo. In realtà in passato mio nonno mi ha sconsigliata di investire denaro in un casa a San Pier d’Arena, visto il suo difficile periodo (detesto parlare  di  degrado di questo quartiere che è casa mia), cosicché ho comprato altrove. Resto peraltro una di San Pier d’Arena, con l’orgoglio della sua vocazione operaia, popolo di lavoratori schietti, semplici, onesti e pieni di profondo decoro. A San Pier d’Arena ho il mio studio, così come mio nonno e mio padre. A San Pier d’Arena faccio la spesa, passeggio con mia figlia Olimpia in via Cantore, vengo a trovare i miei genitori … Mi piace dei sampierdarenesi la concreta operosità, la concretezza, il badare alla sostanza, contro l’effimero e la finzione degli abitanti di certi quartieri più eleganti della città… ma si sa, San Pier d’Arena non è un quartiere, è una piccola città, con i suoi tratti e caratteri ben definiti, anche se i veri sampierdarenesi come me restano pochi…”. Il direttore Dino Frambati si definisce “mezzosangue”: “Sono nato e cresciuto a Carignano, mia mamma è di Novi Ligure ma mio padre era sampierdarenese doc e mio nonno aveva qui un magazzino di  mobili  usati.  Dopo la guerra mio padre si dimostrò un vero “self made man” perché creò il negozio di arredamento che adesso mio fratello e io gestiamo lottando contro la crisi e la burocrazia; mio padre diede vita a un’azienda che portò a San Pier d’Arena lavoro e lavoratori.
Io ho iniziato a lavorarvi a vent’anni e il negozio è sempre stato il mio centro di riferimento. A trent’anni divenni addetto stampa dell’Unione Operatori Economici di San Pier d’Arena e fui notato da Luigi Vassallo grazie a cui alla fine degli anni ’70 iniziai a occuparmi del quartiere per l’edizione genovese de Il Giornale di Indro Montanelli, di cui ero un estimatore. Allora questo era un quartiere piuttosto “rosso” e il fatto che io lavorassi per Montanelli stupiva alcune persone… ma ero una penna magari polemica ma corretta e ciò mi permise di sviluppare grandi amicizie con alcuni sampierdarenesi importanti, come Giannetto D’Oria. Negli “anni di piombo” mi affidarono la cronaca nera del quartiere, che per me fu una magnifica scuola di giornalismo. Successivamente entrai fra i collaboratori del Lavoro, di Repubblica, di Avvenire, della Radio Vaticana, dell’organo della CISL Conquiste del Lavoro, del Corriere Mercantile… e del Gazzettino. Tutto ciò, tenendo sempre come ufficio il negozio di arredamento di famiglia. Da quindici anni sono Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria”.

Ultimo – ma non il minore… – parlo io: “Vivo a Castelletto e i miei legami con la spiaggia di San Pietro derivano dal fatto che mio padre nacque nel 1930 in via Sampierdarena, dove trascorse gran parte dell’infanzia e dell’adolescenza. I miei nonni paterni, gli zii e alcuni cugini vissero a lungo in via Sampierdarena e poi in via Cantore. Recentemente ho acquisito un nuovo legame col quartiere perché in via G.B.Monti vive un’anziana (93 anni) e bizzarra zia di mia moglie, che a volte accompagno a fare la spesa nei negozi della zona e a fare la comunione nella sua parrocchia. Bazzico il Gazzettino dal 2007: conobbi Stefano D’Oria presso la casa editrice Sagep e un giorno Stefano mi chiese di collaborare col mensile. Lo faccio volentieri perché mi pare un buon modo per mantenere vivo il legame fra la famiglia Dall’Aglio e il quartiere”.

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