Teatro dialettale multimediale in onore di Govi… e non solo

Rivista: Gazzettino Sampierdarenese
Editore: S.E.S. – Società Editrice Sampierdarenese
Luogo di pubblicazione: Genova
Data: Marzo 2016, anno XLV, n°3

Descrizione

La Compagnia Teatrale San Fruttuoso conosciutissima a San Pier d’Arena

Oggi per parlare di San Pier d’Arena andiamo a San Fruttuoso. Sempre di santo si tratta, benché non così autorevole come il primo degli Apostoli… Ammetto la mia ignoranza ma sino a poco tempo fa non sapevo dell’esistenza della Compagnia Teatrale San Fruttuoso, che invece diversi sampierdarenesi certamente conoscono, visto che nell’ottobre 2012 la Compagnia ha festeggiato i suoi vent’anni di attività al Teatro Modena e per diversi anni ha presentato i suoi spettacoli di “teatro dialettale multimediale” anche al Tempietto Don Bosco. Per conoscere l’attività culturale della Compagnia San Fruttuoso ho incontrato il regista Daniele Pellegrino, che alterna questa sua passione – gratuita come per tutti i membri della Compagnia, dove tutto è volontariato e passione (e noi del Gazzettino di queste cose ne sappiamo qualcosa…) – con quella altrettanto gratificante ma giustamente retribuita di funzionario della Polizia di Stato. Pellegrino mi racconta che la Compagnia è nata nel 1992 come gruppo proveniente dalla “Compagnia dei giovani della Lanterna” costituita nel 1976, assumendo dapprima il nome di “Gruppo Teatrale San Fruttuoso” e poi quello attuale. Uno dei loro punti di forza è senza dubbio l’autore delle loro commedie in dialetto genovese, Enrico Scaravelli, che – pur mantovano di nascita e di “veneranda età” (è del 1928 quindi va per gli ottantotto anni) – continua a essere un prolifico autore anche di racconti, poesie e testi di canzoni in dialetto. Una delle commedie più belle e di successo è stata “Gente nostra” , scritta nel 1982 e ambientata nell’entroterra genovese durante la Resistenza. Il 2016 è il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Gilberto Govi e la Compagnia intende onorarne la memoria e l’arte mettendo in scena una sua commedia poco nota “Bocce”, scritta da Aldo Acquarone e adattata da Enrico Scaravelli. La recitazione in scena è il momento culminante dell’attività di qualsiasi compagnia teatrale, ma prima c’è un lungo lavoro di preparazione e di prove che agli spettatori non appare ma per chi sta dietro le quinte e sul palco risulta forse la parte più intrigante, oltre che faticosa. Tutto è fatto in casa, la regia – che è un “work in progress” sino all’ultimissima prova generale – ma anche le scenografie e i costumi (molto curati) per cui al successo degli spettacoli sono tanto essenziali gli attori quanto le “mani d’oro” di chi realizza, monta e smonta le strutture di scena e di chi guida i furgoni che le  trasportano  da  un  palcoscenico a quello successivo. Per cosa, tutto questo? Per i motivi più nobili, ovvero la passione di fare qualcosa che piace e il piacere di aiutare chi ne ha bisogno, realizzando gli spettacoli a scopo benefico. Scrissi all’inizio di “teatro dialettale multimediale”: che è? è che alla recitazione pure e semplice alla Compagnia piace affiancare colonne sonore,   suoni   d’accompagnamento e la proiezione di filmati o fotografie che arricchiscono lo spettacolo e aiutano gli spettatori a entrare nella giusta atmosfera; possono essere cori che cantano, suoni registrati dalla vita quotidiana, foto d’epoca, antichi filmini o brevi cortometraggi realizzati all’uopo. Questa multimedialità, passatemi il brutto termine, è una caratteristica inusuale per il teatro amatoriale e contribuisce a rendere particolare questa compagnia e la sua attività artistica. Per chi vuole saperne di più, https://sites.google.com/site/ compagniateatralesanfruttuoso/home https:// www. facebook. com/#!/groups/192532071331/

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