Il mondo è pieno di gente e di luoghi interessanti di cui nemmeno ci si immagina l’esistenza…

1) Uno di questi personaggi interessanti si chiamava Ettore Veruggio, era genovese, di professione “creativo”; è morto ultraottantenne nel 2012 e questo è ciò che si legge di lui su alcuni siti: Figlio di cotonieri, viene inizialmente destinato al controllo costi della ditta paterna. Con l’appoggio di un’eccentrica pittrice, trova il coraggio di chiedere al padre l’esonero dall’incarico per potersi dedicare alla sua vera passione: disegnare. Inizia così la storia professionale e creativa di un genovese curioso e mite che, partendo da copie di quadri e caricature degli amici, diventa ecletticamente grafico, arredatore, un po’ pittore e anche un po’ scrittore. Veruggio è stato uno dei precursori delle più moderne e strutturate infografiche, una delle firme che hanno reso famosa la grafica italiana nel mondo, a testimonianza di come la comunicazione visiva possa contribuire a modificare e influenzare la storia e le vicende culturali di un’epoca. Una forte personalità trasferita in settori polifunzionali: da quello prettamente pubblicitario all’ambito architettonico dove ha saputo creare un sodalizio perfetto tra recupero di materiali tradizionali come il legno e la pietra e un design d’avanguardia e anticipatore di uno stile moderno e raffinato ancora oggi fonte d’ispirazione.

Ecco. Io ho scoperto soltanto recentissimamente che la mia città ha generato questo signore qui. L’ho scoperto per una mostra dedicata a Veruggio nella Loggia degli Abati del Palazzo Ducale, che è solitamente il luogo in cui il Ducale sistema le mostre gratuite, quelle che ritengono di minor richiamo e di minor afflusso, o forse (più raffinatamente) vengono dagli organizzatori ritenute più “d’elite”. Non so, comunque vale sempre la pena di fare un giro nella Loggia quando dentro ci sono delle mostre, tanto più se non si paga… Presumo che gli architetti, i grafici, i disegnatori, i creativi presenti tra Voi Lettori già conoscessero questo signore. Bravi, fate bene.

 

2) Altrettanto interessante per me è stato un libretto pubblicato dalla professoressa Corinna Praga, somma tra gli esperti di storia genovese, che ebbi come “maestra” ai tempi dei miei primi lavori su Genova e la Liguria con la Sagep: “Trentaquattro musei all’aperto – I cimiteri negli antichi comuni della Grande Genova” ovvero in quei venticinque comuni di mare e di entroterra che tra 1874 e 1926 furono uniti alla Genova storica. Alcuni di questi 25 comuni erano vere città, come San Pier d’Arena o Sestri Ponente che ancora oggi, declassati a quartieri, hanno più abitanti di alcuni capoluoghi di provincia italiani. Tanti ex-comuni e tanti cimiteri. Oltre al maggiore e arcinoto cimitero monumentale di Staglieno restano trentaquattro cimiteri “di quartiere” ancora in funzione, qualcuno conservato e curato, altri un po’ in abbandono, alcuni ben raggiungibili in bus o in auto, altri più isolati su per le colline; tutti comunque sono proprio quello che dice l’Autrice, piccoli musei di arte, tradizioni, storie familiari, testimonianze delle storia e delle storie di un popolo, di tante popolazioni urbane e rurali.

Non intendo visitarli tutti; voglio solo dire che in tutte le città sicuramente si trovano angoli “minori” e un po’ dimenticati che però hanno tante storie da raccontare a chi ha voglia di ascoltarle. Cimiteri, borgate antiche diventate quartieri urbani e chissà quali anche altre entità storico-geografiche. Corinna Praga è sempre stata brava a scovare e a raccontare le chicche seminascoste di Genova ma ci sono certamente altrettanti “scovatori e narratori” in ognuna delle altre città del mondo.

 

3) A Sanremo, in un palazzo medievale edificato su fondamenta romane che è stato proprietà anche dei genovesi-parigini Duchi di Galliera, c’è un gioiellino nascosto di cultura e di orgoglio di artigiani: il Museo della Moda e del Profumo di Daphnè. Profumi e colori, vestiti storici, affreschi e foulard, una famiglia che crea capi di alta moda contemporanea e con molto understatement custodisce abiti storici, lavora coi principi di Monaco e aveva Grace Kelly tra le sue clienti, organizza mostre a Parigi, riceve visite di personalità inglesi e russe… Un’azienda a conduzione familiare appassionata ed esperta, che ha lasciato entusiasti i membri del Club Unesco di Sanremo in visita guidata, molti dei quali (io tra essi) non avevano idea di quanta bellezza, capacità e volontà si possa trovare aprendo una porticina angusta in un vicolo della città vecchia. Daphné è un laboratorio-negozio di moda, foulards e profumi ben noto in città ma il suo museo è stata una vera sorpresa. C’è il sito, certo, ma vedere dal vivo e sentir parlare dal vivo è tutt’un’altra cosa.

(Scritto il 1 febbraio 2017)

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