Musetto è tricolore – non biancarossaverde come la bandiera bensì bianca rossa e nera, come si conviene a una gatta dal manto tricolore.

Sparisci è grigia soriana, cioè un normale “gat da cup” (come diceva mia nonna piemontese) ovvero una qualunquissima “levre de cuppi” (come diceva il genovese Fabrizio De Andrè) a strisce nere e grigie.

Musetto ha un profilo del muso semplicemente stupendo, l’idea platonica della musità fatta gatta. Si chiama Musetto per questo, dice Donatella che la accolse in casa cucciola coi suoi fratellini 13 anni fa. Ha lo sguardo intenso e un caratterino un tempo piuttosto selvaggio, ora più accondiscendente. Era, da più giovane, abile cacciatrice di topolini. Ora è un po’ sdentata, questo credo che infici la sua abilità a caccia. Oltre al fatto che per ragioni “politiche” non passa più la notte fuori in giardino.

Sparisci ha un anno e mezzo, è l’ultima arrivata in famiglia ed è stata chiamata Sparisci un po’ in memoria di una fu-omonima gatta genovese dell’amica Manuela e un po’ perché i primi tempi ‘sta gattina giovane e magrina si faceva vedere in fondo al giardino, sul muro di cinta del vicino Don Orione e spariva scappando a zampe levate quando si cercava di avvicinarla. Poi si è lasciata volentieri addomesticare e se mai adesso il problema è metterla fuori di casa la sera quando si va a dormire. Ma è molto morbida, si prende facilmente in braccio e quando viene adagiata fuori dalla porta non protesta mai.

Musetto è molto bella e dal portamento elegante, una vera signora, è la Catherine Deneuve delle gatte, anche se ultimamente, siano i problemi di reni – comuni fra i gatti anziani – sia lo stress vissuto da quando è arrivata Sparisci, ultimamente è un po’ dimagrita, pur restando molto vitale e allegra.

Sparisci è una delle più belle gatte che io abbia mai visto, nello splendore della sua giovinezza. Bella, morbida, affettuosa, anche se non priva di un caratterino prepotente anzichenò, un po’ selvaggia e irruente. Sparisci a chi la si può paragonare? A Shakira? A Scarlet Johansson? Cose così.

A metà fra Musetto e Sparisci c’è Codamozza, gatto soriano di circa 7 anni, maschione virile dallo sguardo tenebroso che ammalia gatte e umani, arrivato chissà da dove col suo moncherino di coda. Un Raul Bova, un George Clooney dei gatti. Di lui già ne scrissi e descrissi in due messaggi di qualche tempo fa, ora si parla delle gatte, invece.
Qualcuno mi disse un giorno che è un caso bizzarro e fortunato che tutti i tre gatti di casa siano molto belli, perché non ce li siamo scelti, sono arrivati per caso, soprattutto gli ultimi due. Li avremmo tenuti e gli avremmo voluto bene anche se fossero stati brutti e sgraziati e invece capita che siano uno più bello dell’altro. Meglio così, dai. Ringraziamo il Dio dei gatti che ha voluto così.

Musetto la notte dorme sul letto e ama “velarsi” cioè nascondersi dentro la vestaglia di Donatella. Talvolta ne spunta la coda. È possibile che alle 4 di notte miagoli perché ha finito il cibo o l’acqua e finché non la rifocilli non ti lascia in pace, o che si piazzi sulla pancia di Donatella per dormire proprio lì; la “mamma” non è che ne sia tanto contenta, ma sai…

Sparisci si fa lunghe pise serali sulla chaise-longue della sala ma la notte sta fuori con Codamozza, la gestione di più di un gatto di notte in casa sarebbe troppo complessa. Tanto, posti dove ripararsi dalla pioggia o dal freddo (il celebre freddo artico di Sanremo….) ne hanno in abbondanza

Musetto è golosissima di fegatini di pollo crudi, basta che senta il rumore delle forbici che li tagliano a pezzetti adatti alla sua bocca decaninizzata e piomba in cucina riempiendo l’aria del rumore delle sue fusa. Apprezza molto la carne tritata cruda e ultimamente pare abbia scoperto che anche il pollo arrosto è assai buono. Poi ha gusti molti decisi sul cibo delle scatolette, alcune si, altre non le mangerebbe neanche sotto tortura

Sparisci per ora grazie a Dio non fa la schizzinosa col cibo, mangia ciò che le dai, talvolta si abboffa un po’ e non bisogna esagerare a rimpinzarla perché è già un po’ cicciotta. Diciamo che ha tutte le curve al loro posto. Apprezza anche cibi rustici e campagnoli, torte di verdura, minestra, pane.

Musetto è inconfondibile, con quel suo pelo rossiccio brunito. Non ce ne sono altre uguali nel quartiere. È ha un campanellino al collo che tintinna lievemente sì che si sente sempre dov’è e dove va.

Sparisci assomiglia terribilmente a Codamozza, quando ne vedi uno da lontano in giardino spesso capita di non capire chi sia dei due e a discriminare è soprattutto la lunghezza della coda. Donatella dice che Sparisci è figlia di Codamozza e sarebbe interessante far loro un’analisi del DNA. Codamozza peraltro potrebbe essere figlio di Bimbo, un fratello di Musetto morto alcuni anni fa per malattia che quand’era sano era vagabondo e fiero. Ne risulterebbe che Musetto potrebbe essere zia di Codamozza e prozia di Sparisci.
L’anno scorso mio nipote Ermanno, che ora ha 6 anni e a settembre andrà a scuola, sosteneva che avevamo sbagliato coi nomi: Musetto finisce in “o” quindi era un nome maschile inadatto per una gatta e Codamozza termina in “a e avrebbe dovuto essere un nome femminile. Gli rispondevamo che suo padre si chiama Gianluc”a” però è un uomo ma non pareva convinto.

Prima che Sparisci venisse sterilizzata (ma veramente anche dopo!…) Codamozza l’ha amata disperatamente, per giorni e notti, l’ha concupita e posseduta ripetutamente, in modo quasi ossessivo, e fortunatamente da queste follie sessuali non è nato niente e nessuno, ci mancavano i cuccioli. Comunque se Codamozza è il padre di Sparisci, ne è anche l’amante incestuoso e tutto ciò non è moralmente lodevole, mi pare.

Musetto e Sparisci non vanno per niente d’accordo, se si incontrano litigano furiosamente e rabbiosamente, rumorosamente, urlando e gnaulando inferocite, azzuffandosi e rovesciando vasi e strappandosi ciuffi di peli. Musetto, come quasi qualunque gatto anziano di casa, non accetta e teme questa giovane intrusa, Sparisci tanto è affettuosa e fusosa con noi umani tanto è aggressiva e selvaggia con Musetto. Gelosie per Codamozza? Tentativo di conquistarsi la signoria della casa? O semplicemente un carattere indurito dalla vita selvatica dei suoi primi mesi, nata chissà dove chissà come, sopravvissuta nei primi tempi della sua infanzia nutrendosi fors’anche dei pezzetti di pane che lasciamo in fondo al giardino per merli, cince e pettirossi – e ahimé piccioni….
Conseguenza di questa reciproca antipatia è che bisogna controllare che restino a distanza: se una è in casa è meglio che l’altra sia fuori, se sono entrambe fuori è bene dare un’occhiata che stiano a distanza e non si scannino, se sono entrambe in casa ci vuole una porta chiusa che le separi… du’palle, talvolta, ma che sse po’ fa’?

Mi piace il nome Sparisci, questo verbo sostantivato, anche perché mi ricorda una lettura che feci a scuola di un pezzo del Satyricon, credo che fosse, dove si dice che uno dei servi di Trimalcione si chiamava Taglia, e quando si doveva fare a fette l’arrosto per il pranzo, il padrone si divertiva a dirgli “Taglia, taglia!” oppure solo “Taglia!” mescolando così il vocativo del nome proprio con l’imperativo del verbo. Similmente quando la giovane gatta fa qualcosa di disdicevole come assalire Musetto e le si deve ingiungere di allontanarsi di fretta, è bello dirle “Sparisci, sparisci!” o anche “sparisci, Sparisci!”. Chissà se lei percepisce la diversa posizione della maiuscola….

Musetto, Codamozza e Sparisci sono i nostri 3 figli. So bene che molti fra chi non ha animali domestici pensano che questa sia un’affermazione idiota. Peggio per costoro che si privano del piacere di avere animali in famiglia. Io grazie a Dio, a mia sorella e ai miei genitori ho avuto cane, gatto, criceto, pesci rossi e canarini, e Donatella ha sempre vissuto fra cani e gatti, quindi ben sappiamo come un gatto, un cane, un criceto ma certamente anche una gallina o un asino diventino con facilità membri della famiglia a tutti gli effetti.
Certo, qualche differenza coi figli “veri” c’è, ci mancherebbe! Un figlio non lo sbatti fuori di casa la sera perché dorma in giardino, ad esempio. Se ha 13 anni presupponi che vada al gabinetto e si arrangi da solo, non gli togli tu la cacca dal “vasino”. Però se uno dei tre felini non si fa vivo per un giorno intero stai in apprensione quasi come se fosse un figlio biologico, e per quanto si metta in conto che dei gatti semidomestici-semirandagi corrano dei rischi – devono correrli, se vogliono fare una vita libera, ricca di emozioni, vivace intellettualmente e psicologicamente e quindi tutto sommato felice – in cuor nostro si spera che tutti e tre vivano a lungo in buona salute senza cacciarsi nei guai, sani e sereni fino a 18, magari anche 20 anni.

Noi facciamo il possibile perché ciò avvenga, perché vogliamo molto bene ai nostri gatti, e di ciò andiamo fieri.

 

(Scritto il 13 marzo 2008)

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