Nonostante le previsioni del mago della pioggia su Raiuno ieri sera fossero meno nefaste del solito, anche stamattina fa freddo quasi come d’inverno. Si, forse un pò meno di prima, ma io continuo ad aspettare che torni il sole per andare ancora un pò a mettere le gambe nel mare, alla Fontana o a Pontetto. Tornerà, tornerà. Dentro ‘sto laboratorio c’è la stufa elettrica accesa da ieri, e ci vuole. Bei tempi, quando si sta in camicia e magari é di troppo, ora ci vuole anche il golf. Poi arriva l’inverno vero, si accende il riscaldamento, e qui dentro sono un branco di freddolosi che tengono i 24° e si scoppia di caldo, e va male tanto quanto ora va male ‘sto freddo. Ah, che lamentoso che sono!
E’ uno di quei giorni che rivedo tutta la mia vita, bilancio che non ho quadrato mai, canta la Vanoni. Oddio, tutta la mia vita proprio no, ma mi sono svegliato riflessivo e ho fatto la colazione ed il tragitto sin qui meditando: su ciò che avrei potuto essere e fare, sulle persone che hanno attraversato la mia vita, installandocisi per qualche tempo ed ora ne sono lontane o almeno ai margini, sulle speranze realizzate e su quelle svanite o sprecate, sul futuro immediato o lontano, che vedo quanto mai nebbioso e sparpasciato. Sulla mia maledetta immaturità, incoscenza, presunzione, chiamala come vuoi, che mi fa vivere, agire e pensare come se fossi immortale, no anzi, come se il tempo per me non passasse e restassi sempre quasi giovane, quasi sano, e certi pensieri “da uomo”, tipo lavoro stabile, famiglia, casa, potessi posporli all’infinito, avvicinandomi alla loro soluzione con calma, cazzeggiando qua e là, dedicandomi nel frattempo un pò ai giochini qui all’università, un pò alle foto, un pò a sistemarmi con molta lentezza una casa piccolina buona proprio solo per viverci da solo, un pò alla ricerca di una specie di Donna Ideale da aspettare anche ci volessero cent’anni e che poi so benissimo che come tale non esiste e che comunque oltre che Quasi-ideale dovrebbe pure essere interessata a me, mica basta dire ti voglio, o ti amo che è più romantico, e quella cade ai miei piedi. Anzi. Anzi, anzi…
Comunque, il senso del tutto è che capitano giorni come oggi in cui il mio Grillo Parlante si sveglia tutto pimpante e incomincia a menarmelo già mentre mi lavo la faccia alle 8 – 1/4, stamattina ce l’aveva col fatto che ieri sera sono andato con Raffaella a Sant’Apollinare di Sori a cercare corbezzoli nel bosco (non sono ancora maturi, ci torneremo fra una decina di giorni, sono aperte le iscrizioni): “e c’hai 35 anni e mezzo e passi le tue serate a zampettare fra i lecci, o a giocare a carte, pensa a farti una famiglia, almeno datti da fare, oppure studia, che non puoi vivere sempre di borse di studio sfigate, e…” poi, come Pinocchio, l’ho preso a scarpate, il Grillo, e sono sicuro che non ha del tutto torto ma non ha nemmeno del tutto ragione. Si vive come si è, e se sono così mal confuso, che ci posso fare? Se ne parlava con Raffa ieri sera, sulla birretta dopo il bosco, del solito vieto argomento di avere un’età adulta e non volerla vivere. Bah, ora devo chiudere perchè devo andare a parlare con un tizio che mi vuole illustrare delle proposte di pensioni integrative. Saggio argomento. La vita del giovine assennato comprende anche simili cosacce. Ciao scienziata, grazie dell’attenzione. Se non ti disturbo troppo forse un giorno ti racconterò altre cosette.

(Scritto nell’ottobre 1994)

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