Ieri mattina l’amica Doris M, intelligente e spiritualmente profonda anche quando su qualche argomento abbiamo visioni del mondo diverse od opposte, mi ha mandato su Whatsapp una breve animazione con alcune candeline per la prima giornata d’Avvento accompagnandola con la frase “Ecco! 24 giorni magici”.

Le ho risposto (brutalmente e prosaicamente) che a me il preNatale, con tutta quella frenesia vendereccia e la folla per strada non mi piace. Preferisco dal 7 gennaio in poi.

Mi ha ri-risposto che l’avvento ha connessioni spirituali profonde di riflessioni.

Ho commentato che questo è verissimo. Ma la quotidianità giorno per giorno del mese di dicembre è assai poco spirituale, se vivi in città ed esci di casa, come piace vivere e uscire a me. Peraltro le riflessioni spirituali si possono fare in ogni momento dell’anno, non è indispensabile che qualcosa giunga da fuori a stimolarci. Però capisco che l’umanità ha sempre avuto bisogno di riti e ricorrenze, quindi ok, w anche il Natale e l’Avvento, dai.

E dopo questo scambio di messaggi me ne sono andato a messa, per la prima domenica di Avvento.

Però sono convintissimo che le riflessioni spirituali profonde e connesse si possono fare, ricevere, sviluppare sempre e ovunque, quello che serve è la giusta disposizione di spirito, il giusto mood, e per averlo non sento necessario un particolare periodo dell’anno civile e/o religioso.

Evidentemente è una non-necessità mia (e immagino anche di altri) ma non di tutti, giacché in effetti ogni popolo, ogni cultura, ogni religione ha i suoi giorni e periodi “speciali” in cui dovrebbe essere più facile riflettere, connettersi spiritualmente eccetera. Ritengo che questa universale calendarizzazione della spiritualità umana abbia a che fare col fatto che viviamo fondamentalmente in un tempo ciclico. Checché ne dica la fisica classica sulla freccia del tempo (quella non classica lasciamo stare, c’è anche chi pensa che il tempo non esista, sia una “proprietà emergente” e non fondamentale dell’universo), la vita sulla Terra è soggetta al ripetersi dei cicli astronomici e climatici, il movimento delle costellazioni, le fasi lunari, l’avvicendarsi delle stagioni e da ciò ne discendono i cicli agricoli, quelli indispensabili per nutrirsi e sopravvivere… Tutte cose che hanno portato la mente umana a stabilire un calendario di ricorrenze periodiche che aiutino a gestire al meglio questa serie di eterni ritorni, e dal calendario dei cicli meteo-astro-agricoli al calendario dei cicli religiosi il passo è brevissimo, questi sono, come dire, la sublimazione spirituale di quelli.

Quindi ok, il fatto che ogni anno si ripresentino uguali a se stessi tutti ‘sti lieti eventi religiosi ha una sua profonda ragion d’essere direi quasi “cosmica” e ne siamo tutti contenti.

Io però invoco il diritto a contare i giorni che da ieri, prima domenica di Avvento, mancano all’Epifania che grazie al Cielo tutte le feste si porterà via.

Io vado a messa a Natale. Ci vado anche molte (non tutte le) domeniche durante l’anno, figuriamoci se non ci andrei a Natale. Ma ogni Santo Natale prego il Signore che mi faccia trovare un sacerdote che faccia una predica che mi stravolga, che mi affascini, che mi faccia uscire dalla chiesa dopo la messa felice di esserci entrato. Non succede mai. Ma non ce l’ho col buon Dio, capisco bene che anche Lui non può fare tutti i miracoli che i suoi figli gli chiedono. Così come non può compiere “miracoli” che siano intrinsecamente illogici (ad esempio non potrebbe creare un triangolo equilatero che non sia equiangolo), non credo che potrebbe trovare un sant’uomo predicatore che alle messe di Natale di ogni anno riuscisse a dire ogni volta cose meravigliose. E quindi noi fedeli si sta lì a sentire le solite parole, che gioia e che bello che è nato il Salvatore, e l’anno scorso era una chiesa diversa e un prete diverso ma che gioia e che bello uguale, e io mi chiedo “ma che senso ha ripetere ogni volta le stesse parole, ma mica me le ero dimenticate durante i dodici mesi appena trascorsi, è più di mezzo secolo che ascolto queste cose, ormai dovrei averle capite, no? E raccontami qualcosa che non so, qualcosa di inaudito nel senso letterale del termine, qualcosa a cui non ho ancora mai pensato… ” Non c’è verso, non succede mai.

E allora poi mi dico “ma se alla gioia che è nato il Salvatore, invece di pensarci dentro a una chiesa alle 23 del 24 dicembre ci penso – che so – alle 11 del 14 febbraio mentre guido sull’autostrada, sbaglio qualcosa? Sono costretto a rallegrarmi meno? Il Salvatore salverà di meno se uno Lo pensa prima di prendere un caffè all’autogrill invece che prima di fare la comunione in piena notte mezzo assonnato?” Sinceramente credo di no, credo che tutto rimarrà uguale.

Quindi, riassumendo, chi vuol godersi i magici giorni dell’Avvento e del Natale se li goda. Io spero di godermi il pranzo di Natale a casa di mia sorella con un po’ di parenti ma W il 7 gennaio, che di spiritualità ne trovo sempre molto di più nei periodi dopo le feste che in quelli troppo festivi.

error: Il contenuto è protetto!

Su questo sito utilizziamo strumenti di prima o terza parte che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (cookie tecnici), per generare report sull’utilizzo della navigazione (cookie di statistica) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.

Alcuni contenuti o funzionalità qui non sono disponibili a causa delle tue preferenze sui cookie!

Ciò accade perché la funzionalità/il contenuto contrassegnato come “%SERVICE_NAME%” utilizza i cookie che hai scelto di mantenere disabilitati. Per visualizzare questo contenuto o utilizzare questa funzionalità, abilita i cookie: clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.