Andar per “funghi” nelle Langhe Savonesi

Rivista: Liguria Today online
URL: https://liguria.today/2021/06/15/andar-per-funghi-nelle-langhe-savonesi/
Editore: M&R Comunicazione
Luogo di pubblicazione: Genova
Data: 15 giugno 2021

Descrizione

“La Bòrmida al Tànaro sposa” diceva Alessandro Manzoni…. In realtà più che una coppia, questo trionfo di idronimi sdruccioli è un harem, perché di Bòrmide, almeno nelle parti iniziali del corso del fiume, ce ne sono addirittura quattro: di Màllare, di Pàllare, di Spigno e di Millèsimo, che scendono dal versante padano del crinale alpino-appenninico Savonese… Oggi facciamo un giro nella media valle della Bòrmida di Spigno; che è una terra famosa per i funghi, anzi no, per un Fungo, che è una cosa un po’ particolare, certo non lo puoi raccogliere né far seccare o prepararci un sugo…. Va detto peraltro che in queste Langhe Savonesi, qualche fungo di tutto rispetto c’è, anche sottoterra, e se chi va escursionando per questi boschi si portasse dietro un “can da trìfule” potrebbe fare qualche ritrovamento interessante e profumato (o puzzolente, dipende dai punti di vista personali….)

Dal casello di Altare della A6 si imbocca la SS29var che con le sue gallerie conduce a Cairo Montenotte, tipico borgo pianificato medievale a pianta quadrangolare compatta (Maps ne rende bene l’idea); borgo colorato, con la possente Porta Soprana (fuori XII-XIV secolo, dentro settecentesca) e simpatiche insegne di negozi con sottintesi artistici, alcuni portici e i bei ruderi del castello (prima dei marchesi Del Carretto che governarono a lungo queste terre, poi degli Scarampi) che occhieggiano dall’alto e il recente interessante Ferrania Film Museum; Cairo è anche la città della cantante Annalisa Scarrone, che piace a molti per diverse e tutte valide ragioni… Fuori del centro urbano è facile notare i cartelli che indicano i sentieri Bormida Natura, percorribili a piedi e in bici.

Lasciato Cairo andiamo verso nord, ovvero seguendo il discendere del corso del fiume, fino a Rocchetta Cairo, un piccolo borgo dove l’attenzione del viandante viene catturata dai murales, dalle epigrafi con frasi dello scrittore e patriota risorgimentale Giuseppe Cesare Abba (cairese di nascita) e dai cartelli dell’Itinerario Napoleonico; poco fuori del borgo si può raggiungere, con indicazioni, il medievale ponte degli Alemanni, lungo la via magistra langarum che collegava le Langhe piemontesi con la costa ligure.

Pochi minuti d’auto e si arriva a Dego; rimangono poche tracce del suo intenso passato storico (feudo aleramico nel X secolo, presidio antisaraceno, poi dei marchesi del Monferrato e dal 1735 del Regno di Sardegna, nel 1796 teatro di una celebre battaglia napoleonica con saccheggio e susseguente rivolta popolare); i ruderi del castello aleramico, alti su un poggio panoramico, e il piccolo silenzioso bucolico borgo che gli sta intorno sono un buon punto di vista e di riposo, prima di proseguire verso Piana Crixia che fu una mansio romana sulla via Aemilia Scauri. Le colline intorno sono “spezzate” dai bianchi calanchi tutelati da un Parco Regionale; interessanti, i calanchi, frutto della lotta tra le forze meteorologiche e le debolezze dei terreni sedimentari argillosi, una tipologia di terreno rara in Liguria ma piuttosto diffusa in altre parti d’Italia. Ma la “star” di Crixia è il Fungo, raggiungibile passando accanto all’evidentissimo Castello del Fungo, neomedievale, e fermandosi alla frazione Borgo (il nucleo storico originario di Crixia); presso il cimitero un brevissimo sentiero porta al cospetto di sua maestà: un masso ofiolitico (roccia di fondo oceanico) che poggia su un fusto quasi circolare di roccia conglomeratica (ciottoli di varia origine tenuti insieme da un cemento naturale a base argillosa e carbonatica); non è certo l’unico “fungo” delle montagne italiane, ma è sicuramente uno dei più spettacolari.

Da Piana Crixia, continuando a discendere il corso della Bormida entriamo in Piemonte, provincia di Alessandria, e tocchiamo Merana, in una campagna con giovani noccioleti e una torre antica che svetta su un colle boscoso. Belli in primavera i papaveri sul ciglio della strada. Poco oltre ecco Spigno Monferrato, alla confluenza tra il torrente Valla e il fiume Bormida; fu capitale di un piccolo marchesato in un periodo degli arzigogolati secoli feudali, ha una struttura a vicoli e uno dei più importanti sferisteri per il gioco del pallone elastico. Poco fuori dal borgo vale una foto il medievale ponte di San Rocco.

Da qui si può deviare verso le colline di Pareto dove non si può non notare il castello che fu dei Del Carretto (e di altri, questi piccoli feudi ebbero tutti una vita piuttosto movimentata), ora residenza privata; una leggenda locale afferma che in qualche stanza o sotterraneo del castello vi sia un misterioso vitello d’oro….. Con poche curve panoramiche si rientra in Liguria e si raggiunge il paese di Mioglia, dove i prati e le boscaglie (ideali per passeggiate a cavallo !!) si alternano a strisciate calanchifere di sabbia e scaglie color grigio, un grigio che nei giorni nuvolosi si confonde col cielo e con l’asfalto in una monocromia che pare riempire l’universo.
Usciti da Mioglia si scende fino alla SP542 e dirigendosi a sinistra si raggiunge Pontinvrea il cui slogan è “vivere nel verde, fare passeggiate, acqua di sorgente”; fu un feudo della famiglia Invrea di Genova che vi lasciò il rosseggiante palazzo marchionale e la chiesa di San Lorenzo. Da qui in avanti ripercorriamo un tratto di un itinerario già descritto verso il Passo del Giovo e, con la SS334 scendiamo con molte curve verso il mare attraversando Santa Giustina di Stella, celebre per il dipinto di Luca Cambiaso custodito nella chiesa e per le “filliti di Stella S.Giustina”, importante deposito fossile di piante tropicali del Bacino Terziario Piemontese, e San Giovanni di Stella con la Casa-Museo di Sandro Pertini. La discesa termina al casello autostradale della A10 di Albisola.

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