Prosopagnosia cromatica. Paroloni che incutono timore. Come la cromodinamica quantistica.

Prosopagnosia: dal greco “pròsopon” faccia e “agnosìa” ignoranza; deficit percettivo acquisito o congenito che impedisce a chi ne è affetto di riconoscere i tratti dei volti delle persone. Nei casi peggiori si narra di un marito che non riusciva a riconoscere sua moglie (che ogni mattina svegliandosi doveva dire “buongiorno caro, sono tua moglie”) e cose così. Ne scrisse il neurologo Olivier Sacks (quello della mamma orango del messaggio Mammogallo) nel suo libro “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”.

Sono un po’ prosopagnosico, fatico a riconoscere le persone che conosco poco e che incontro saltuariamente, spesso devo capire chi sono dal contesto, dai discorsi, e talvolta non capisco nemmeno così. Ormai ci sono abituato e credo di aver imparato abbastanza bene a dissimulare le mie difficoltà ma non sempre ci riesco. A volte parto già prevenuto verso me stesso, incontro qualcuno che conosco poco e che mi pare di riconoscere ma mi chiedo “ma sarà davvero la persona che penso che sia?” Che fatica….

Un esempio esplicativo: il 6 agosto andai in Val d’Aosta a un evento musicale e conobbi l’organizzatore del festival, il musicista genovese Federico Bagnasco. Dopo il concerto andai a cena con lui, i due artisti e alcuni organizzatori; Federico a tavola era seduto di fronte a me, proprio davanti, uno di fronte all’altro per un paio d’ore buone, mangiando e conversando piacevolmente. Un mese dopo, all’alba del 6 settembre, andai a un concerto sull’Isola delle Chiatte a Genova (ne scrissi in un messaggio di metà settembre) e incontrai un giovinotto che mi salutò da sotto la mascherina, anzi se la tolse per salutarmi. Io ricambiai sorridendo, certo di aver già visto costui da qualche parte ma non riuscivo a ricordarmi dove né chi fosse. Ci rimuginai sopra anche nei giorni successivi ma invano. Finché la sera del 12 settembre a un altro evento musicale, al Castello d’Albertis, lo rividi e LO RICONOBBI!!!! Non è vero, non lo riconobbi direttamente ma vedendolo conversare con Giulia Cassini, che era stata la causa prima di queste mie vagabonderie musicali, riuscii a fare due più due: era Federico Bagnasco! Alla fine della serata gli confessai che la settimana prima sulle Chiatte non lo avevo riconosciuto, pur avendo il pregresso della lunga cena conviviale valdostana. Robe dei matti….. Adesso sono quasi certo che la prossima volta che lo incontrerò (sarebbe la quarta) lo riconoscerò subito!!!

La mia prosopagnosia è anche cromatica perché ho anche difficoltà a ricordarmi i colori degli oggetti che vedo raramente (qualsiasi oggetto, automobili, occhi, vestiti…). Cioè, non è che ho difficoltà, me li ricordo proprio sbagliati. Non mi si chieda “di che colore è la macchina di…” perché il colore della mia si, lo so, e arrivo perfino a sapere quelle di mia sorella e dei miei nipoti, ma più oltre son dolori. Esempio: l’ultimo sabato di settembre andai con alcuni amici sanremesi a visitare un’azienda vinicola nelle colline novaresi. Azienda Vitivinicola di Silvia Barbaglia, Cavallirio (NO), dai facciamo un po’ di pubblicità… Ero già stato là due volte, a marzo e a giugno, ed ero anche salito sull’auto di Silvia per andare a visitare la vigna. In quel sabato di fine settembre aspettavamo che lei arrivasse al luogo dell’appuntamento e io osservavo la strada in attesa di un’auto di colore chiaro, perché ero certo che la sua auto fosse color avorio, grigio chiaro, massimo sul beige. Arrivò su una macchina blu. O forse nera. O grigia. Comunque scura. Forse molto scura. E compresi subito che era la stessa auto che avevo già visto e su cui ero già salito due volte….

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