La comune passione per il nostro paese

Rivista: Gazzettino Sampierdarenese
Editore: S.E.S. – Società Editrice Sampierdarenese
Luogo di pubblicazione: Genova
Data: 28 febbraio 2019

Categoria: Tag: , ID:2846

Descrizione

Forse, essendo in procinto di compiere 60 anni, sto diventando un vecchio brontolone; comunque non posso negare che il momento storico, politico, sociale che stiamo vivendo in questi anni non mi piace, mi inquieta e mi rattrista, sia che guardi la mia patria, sia che allunghi il mio sguardo oltre i confini nazionali verso l’Europa e il mondo. Però ogni tanto, grazie a Dio, avviene qualcosa che mi solleva il morale e mi fa pensare che il bicchiere da cui beviamo noi tutti italiani non sia mezzo vuoto come penso di solito ma piuttosto sia mezzo pieno. E non è differenza da poco. Per me la migliore occasione per credere che il futuro possa essere migliore del presente è partecipare all’annuale convegno nazionale del FAI, Fondo Ambiente Italiano. Sono appena tornato da Brescia, dove si è tenuto il convegno del 2019, dove ho trascorso tre giorni insieme a novecento persone accomunate dalla volontà di lavorare (gratis, quasi tutti siamo volontari; ma l’Istat ha certificato che chi fa attività di volontariato vive meglio ed è più soddisfatto di sé) per fare l’Italia più bella, più sana, più etica. E metà di questi novecento erano giovani tra i venti e i trentacinque anni, che studiano o lavorano o si arrabattano per trovare un lavoro dignitoso; alcuni hanno anche figli piccoli da allevare. Erano a Brescia “uniti dalla nostra comune passione per il nostro Paese”, ha detto uno di loro. Erano a Brescia a condividere una visione etica della vita e della società che dà spazio al dialogo, al confronto, alle diversità e alla ricchezza che dalle diversità ne deriva, un’etica che cerca di costruire ponti tra le culture. Coerentemente con la storia dell’Italia, che da quando esiste con questo nome, almeno duemilacinquecento anni fa, ha costruito la sua grandezza e la sua bellezza assimilando le culture altrui, etruschi, greci, longobardi, bizantini, normanni, arabi, ebrei, francesi, spagnoli… Questi giovani appassionati dell’Italia sono il futuro bello dell’Italia. Non sarà tutto bello il futuro dell’Italia, ne sono certo, ma forse grazie a questi ragazzi non sarà nemmeno del tutto brutto come a volte sono portato a pensare ascoltando le notizie che arrivano dal mondo che mi circonda.

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