Descrizione
Il primo acquedotto genovese fu costruito dai romani nel 200 a.C. ma di esso restano minime tracce; dal Medioevo in poi, col crescere della città, l’acquedotto allungò il suo percorso verso monte, acquisendo nuove prese d’acqua, nuove condutture, nuovi ponti-canali e alcuni grandiosi ponti-sifoni. Funzionò sino a metà Ottocento, poi fu gradualmente sostituito dai moderni impianti che prendono l’acqua da sorgenti e laghi artificiali nel più lontano entroterra. Oggi molti tratti dell’antica strada dell’acqua sono andati distrutti ma altri resistono e sono diventati un piacevolissimo percorso pedonale che offre la possibilità di osservare la città da un punto di vista curioso e insolito. Insolito perché attraversa nuclei rurali antichissimi, moderni quartieri residenziali, si nasconde in gallerie, ostenta l’eleganza architettonica dei suoi ponti un po’ fuori moda ma possenti; è bello seguirne la traccia quand’è evidente lungo i lastricati pianeggianti fra boschi e giardini, è emozionante trovarne i pochi resti nascosti nella boscaglia là dove le ingiurie del tempo e della disattenzione umana lo hanno colpito.